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venerdì 29 novembre 2013

Sei mesi senza N-(4-Nitro-2-fenossifenil)metansulfonammide

Dei quattordici stereotipi der carcetto io ne pio tredici (io pago prima de comincià), ma ne aggiungerei un quindicesimo; "che se non me rompevo er menisco quer giorno che avemo fatto sega ar "Duca" e semo annati a gioca a Piazza SanGiovanni cor Supersantos scollettato a ottocentocinquanta lire artro che Giannini".
Comunque tutti e tredici più uno la mattina successiva a quell'oretta e mezzo de battaja se svejamo belli acciaccati. Pe noi “cinquantini” er doping post-calcetto è fondamentale quasi quanto na bella Peroni da 66 fresca al punto giusto, (che è più bona e fa meno male de certi bibbitoni fucsia/blu elettrico/rosa shocking).
Aulin, Mesulid, Nimesulide, “'na bustina”, insomma quella cosa che se c'hai un dolore, la prendi e er dolore scompare. Pare però, che insieme ar dolore, piano piano, scompare pure er fegato. E allora sò problemi. Perchè er dolore nun se sopporta ma er fegato se ce l'hai nella fornitura “base” vordì che non è un optional e a quarcosa servirà pure.
Mò io non ve vorrei stà a raccontà che è da quanno ero pischello e er Capitano era Agostino che maneggio beute, matracci, burette, pipette graduate, micropipette, Mettler-Gibertini, cromatografi, gascromatografi e tutto quello che serve a capì quanto de na cosa sta dentro a n'artra cosa, però mo so sei mesi che me curo er dolore co' na cosa che dentro ce dovrebbe ave' 'npochetto de n'artra cosa ma che se vai a cercà nun trovi manco quer pochetto. Arnica Montana 200K granuli, che pure solo rispetto ar nome N-(4-Nitro-2-fenossifenil)metansulfonammide nun c'è storia. Però funziona.
Bocca pulita, niente menta, niente caffè, tre palline de zucchero sotto la lingua e via. So sei mesi che na vorta a settimana, dopo na bella partita de carcetto, manno giù tre “zuccherini”. Da Giugno, “zero bustine”.


Famo n'attimo i seri; questo è solo il racconto di un' esperienza personale, seguite sempre la prescrizione e le indicazioni del vostro medico di famiglia, evitate l'automedicazione ma nel caso, usate solo farmaci da automedicazione, seguendone le indicazioni e facendovi eventualmente consigliare dal vostro farmacista.

giovedì 19 maggio 2011

Evitare il glutine fa bene, a prescindere dalla celiachia

Una dieta gluten-free migliora il benessere gastrointestinale e la qualità di vita correlata alla salute. 
È questa la tesi di uno studio presentato alla settimana delle malattie digestive di Chicago. Per ora i risultati del trial non sono stati pubblicati in letteratura, quindi vanno presi con cautela, però Katri Kaukinen, del Gastroenterology department del Tampere university hospital and school of Medicine in Finlandia ha reclutato 3.031 persone per la sua ricerca. I volontari sani, imparentati con qualcuno affetto da celiachia, sono stati sottoposti a screening per la celiachia e 40 sono risultati positivi al test degli anticorpi anti-endomisio. Indipendentemente dal risultato dei test metà dei volontari, scelti a caso, hanno continuato a seguire la solita dieta, mentre gli altri sono stati indirizzati a un regime privo di glutine. «Abbiamo scoperto che la maggior parte dei soggetti ha tratto beneficio dalla dieta senza glutine» ha detto Kaukinen «inoltre i pazienti positivi al test anticorpale avevano un evidente disturbo glutine-dipendente e perciò si potrebbe dedurre che il test sia sufficiente a porre la diagnosi di malattia celiaca». Rilevante comunque il fatto che al termine dello studio l'85% dei partecipanti volesse mantenere una dieta priva di glutine e il 58% valutasse positivamente lo screening per la celiachia cui era stato sottoposto.




Fonte: "Farmacista 33"

giovedì 23 dicembre 2010

Vive di più chi mangia bene. Ci sono le prove.

Cibi "sani", pochi grassi, pochi carboidrati, meglio se poco raffinati, no cibo "spazzatura".

Le principali cause di morte una volta erano le malattie infettive, ora sono i disturbi cronici come le malattie cardiovascolari e il cancro. 
Problemi che possono essere fortemente influenzati dalla dieta. In uno studio pubblicato nel numero di gennaio 2011 del 'Journal of the American Dietetic Association', i ricercatori del Dipartimento di nutrizione e scienze degli alimenti dell'università del Maryland (Usa) forniscono prove concrete del fatto che mangiare bene fa vivere più a lungo: hanno analizzato i dati sulle abitudini a tavola e la mortalità relativi a un decennio in un gruppo di oltre 2.500 anziani tra i 70 e i 79 anni, scoprendo che le diete ricche di alcuni alimenti sono associate a una riduzione dei decessi. Entro il 2030, si stima che saranno 973 milioni gli adulti con più di 65 anni in tutto il mondo. L'obiettivo di questo studio era determinare quali siano le abitudini alimentari che facciano vivere più a lungo, e soprattutto meglio, le persone. Determinando la frequenza di consumo di 108 cibi diversi, i ricercatori hanno quindi diviso i partecipanti in sei gruppi, appunto in base alle scelte alimentari predominanti: alimenti sani (374 partecipanti); prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi (332); carne, cibi fritti, e alcol (693); cereali per la prima colazione (386); cereali raffinati (458); dolci (339). .... Dopo aver controllato i dati tenendo conto di sesso, età, razza, educazione, attività fisica, fumo e assunzione totale di calorie, è emerso che il gruppo che consuma molti prodotti lattiero-caseari ha un rischio di mortalità superiore del 40% rispetto al cluster alimenti sani. Il gruppo 'dolci', invece, corre un pericolo del 37% più alto. Nessuna differenza significativa nel rischio di mortalità è stata infine osservata tra i gruppi 'cibi sani' e 'cereali per la colazione' o 'cereali raffinati'. Secondo l'autore principale dell'indagine, Amy Anderson, "i risultati di questo studio suggeriscono che gli anziani che seguono un regime alimentare coerente con le attuali linee guida e consumano dunque quantità relativamente elevate di verdure, frutta, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, pollame e pesce, possono avere un minor rischio di mortalità. Poiché una notevole percentuale di anziani in questo studio ha seguito il modello alimentare 'cibi sani', l'adesione a questa dieta appare una raccomandazione fattibile e realistica per una maggiore sopravvivenza e una migliore qualità della vita, nella crescente popolazione anziana".

martedì 21 dicembre 2010

Cautela nell'uso di tisane al finocchio. Pericolo estragolo.

Studio sconsiglia tisane al finocchio per mamme e bambini.
Tisane al finocchio 'vietate' ai minori di 4 anni. Un 'no' che vale in particolare per le donne incinte o in allattamento, che tradizionalmente ne bevono per favorire la produzione di latte, e per i neonati, ai quali vengono comunemente somministrate per combattere le coliche. Il rischio è legato agli elevati livelli di estragolo, sostanza naturale presente nei semi di finocchio e già riconosciuta come cancerogena e genotossica. A sconsigliare questo antico rimedio è l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), ente pubblico vigilato dal Mipaaf (Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali), in uno studio pubblicato su 'Food and chemical toxicology'. La ricerca, condotta all'interno del progetto europeo 'Facet', finanziato nel VII Programma Quadro, in cui l'Inran coordina il sottoprogetto relativo sugli aromi alimentari, ha permesso per la prima volta di ottenere stime dell'esposizione all'estragolo legata al consumo di tisane al finocchio, basate su analisi di prodotti in commercio, invece di stimarne la concentrazione in modo indiretto a partire da una serie di assunzioni. Nella prima fase dello studio sono state individuate le tre tipologie di prodotti in commercio per la preparazione di tisane al finocchio: bustine da tè, tisane solubili istantanee e semi sfusi. Per le prime due sono stati raccolti i prodotti più diffusi sul mercato nazionale, 9 per le bustine da tè e 7 per le tisane istantanee, mentre il campione di semi sfusi, acquistati in 6 differenti erboristerie di Roma, considerata l'estrema variabilità del prodotto non è altrettanto rappresentativo. Ogni tisana è stata poi preparata con 100 ml di acqua bollente, con un tempo standard di infusione di 7 minuti sia per le bustine da tè che per i semi sfusi. Per i preparati solubili, invece, sono state seguite le istruzioni riportate in etichetta. I livelli di estragolo rilevati dalle analisi confermano che l'esposizione a questa sostanza è troppo elevata perché il consumo di tisane possa essere considerato sicuro, per lo meno nel caso dei neonati, come ha spiegato Antonio Raffo, ricercatore Inran e autore della ricerca. "Per avere un rischio basso l'esposizione dovrebbe essere 10.000 volte inferiore alla soglia di cancerogenicità misurata negli animali di laboratorio. Al contrario, nel caso di un neonato che consumi 100 ml (un piccolo biberon) di tisana di finocchio al giorno, abbiamo riscontrato un margine molto più basso, nell'ordine di alcune centinaia di volte".

Fonte: Il Farmacistaonline

lunedì 13 dicembre 2010

Cautela nell'uso dei mucolitici in età pediatrica. Mai al di sotto dei due anni.

"Un’analisi dei dati francesi di farmacovigilanza ha messo in evidenza un aumento dei casi di ostruzione respiratoria e di peggioramento di patologie respiratorie nei bambini di età inferiore a 2 anni trattati con i mucolitici. Infatti, la capacità di drenaggio del muco bronchiale è limitata in questa fascia d’età, a causa delle caratteristiche fisiologiche delle vie respiratorie. Le reazioni avverse segnalate si sono verificate principalmente a carico dell’apparato respiratorio (peggioramento di bronchiolite, aumento di tosse, aumento di secrezioni bronchiali, dispnea, difficoltà respiratoria, vomito viscoso), sono state per la maggior parte gravi e hanno richiesto l’ospedalizzazione. Il rischio di tali reazioni avverse e l’assenza di dati pediatrici di efficacia nelle patologie bronchiali acute, ha condotto la Francia a controindicare l’impiego dei mucolitici nei bambini al di sotto dei 2 anni di età."
Stiamo parlando dei principi attivi acetilcisteina, carbocisteina, ambroxolo, bromexina, sobrerolo, neltenexina, erdosteina e telmesteina, contenuti in numerosi medicinali con attività mucolitica e fluidificante e sono per lo più prescritti, o somministrati dal genitore, nel trattamento delle affezioni acute e croniche dell’apparato respiratorio.
A seguito della nota AIFA sopra riportata, si raccomanda di evitare l'uso di tali farmaci nei bambini al di sotto dei 2 anni di età per non incorrere nel rischio grave di ostruzione bronchiale.






 Fonte: Federfarma nazionale

giovedì 25 novembre 2010

Attenzione ai "sistemi fai da te" per depurare l'acqua.

Con i sistemi di depurazione dell'acqua fai da te, filtri e apposite brocche 
che promettono di eliminare i metalli, in particolare l'arsenico, "si rischia 
di bere un prodotto più pericoloso per la salute di quello iniziale. 
Colpa dell'aumento della carica batterica che può prodursi se non si 
utilizzano più che correttamente questi strumenti".
A mettere in guardia i cittadini è il segretario del Consiglio nazionale dei 
chimici, Fernando Maurizi che, dopo lo stop della Ue all'Italia sulle 
deroghe ai Comuni per i limiti nelle acque potabili di metalli, prevede 
l'aumento nell'uso di trattamenti di uso casalingo.
L'acqua che esce dai nostri rubinetti, nonostante tutto "è sempre la più 
garantita e controllata. 
Resta sempre da preferire – ha continuato l'esperto - anche perché, 
utilizzando troppo e male i filtri, si rischia di bere acqua distillata, priva 
di qualsiasi sale minerale, nient'affatto benefica. Mentre l'acqua minerale 
dovrebbe sempre essere scelta per le esigenze specifiche della persona, 
perché non sono tutte uguali né sempre adatte a tutti".

Fonte: "Ilfarmacistaonline"

domenica 21 novembre 2010

Due parole sulla "sigaretta elettronica".

...Campagna anche contro le sigarette elettroniche: non aiutano affatto a smettere di fumare ed è falso affermare che sono innocue, anzi è vero l'esatto contrario. Il monito contro quella che è stata definita una stupida moda è venuto oggi dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nella giornata conclusiva della Conferenza sul controllo del tabacco (CCLAT), tenuta a Punta del Este, in Uruguay. Pubblicizzata come infallibile sistema indolore per buttare il pacchetto una volta per tutte, la sigaretta elettronica «sabota in realtà le strategie messe in atto dall'Oms nella sua lotta contro il fumo», ha detto nel suo intervento Eduardo Bianco, direttore regionale dell'Alleanza per la Convenzione-quadro anti-tabacco dell'Oms. Venduta ormai in (quasi*) tutte le farmacie (tabaccherie, edicole, negozi di informatica, etc. etc....*), non è altro che un mini aerosol metallico a forma di sigaretta che sprigiona vapori aromatizzati che danno l'illusione di fumare. «Ma non è assolutamente provato che aiutino a smettere, anzi, c'è chi le usa perchè in alcuni paesi sono permesse anche dove il fumo è vietato», ha detto Bianco. Inoltre, ha aggiunto, certi ingredienti «sono nocivi». In cinque giorni di lavori, la conferenza ha affrontato anche altri temi collegati al fumo e nella giornata conclusiva si è fatto il punto sulle future strategie. È stata sottolineata ad esempio la necessità di regolarizzare l'impiego delle sostanze aromatiche contenute nella sigaretta.

In in alcuni casi possono essere infatti più pericolose del tabacco.

Fonte:"La Stampa.it"
* ndr